Pierre e Jean by Guy de Maupassant

Pierre e Jean by Guy de Maupassant

autore:Guy de Maupassant
La lingua: ita
Format: epub
editore: Garzanti Classici
pubblicato: 2012-02-05T16:00:00+00:00


V

Ma il suo corpo, agitato da un sonno inquieto, riuscì a rilassarsi per non più di un’ora o due. Quando si svegliò al buio soffocante della sua camera risentì, prima ancora che i pensieri lo riprendessero, quel senso di oppressione, quel malessere che lascia in noi il dolore dopo aver dormito. Come se la disgrazia che ci ha colpiti soltanto il giorno prima, durante il sonno sia entrata nel nostro corpo lasciandolo pesto e indolenzito come una febbre.

Immediatamente gli tornò il ricordo e si levò a sedere sul letto. Allora rifece con lentezza tutti i ragionamenti che gli avevano torturato il cuore sul molo, mentre urlavano le sirene. Più rifletteva, più era sicuro.

Si sentiva trascinato dalla sua logica verso un’intollerabile certezza, come da una mano che attiri e strangoli.

Aveva sete, aveva caldo; il cuore gli batteva. Si alzò per aprire la finestra e respirare e, quando fu in piedi, un lieve rumore gli giunse attraverso la parete.

Jean dormiva tranquillo e russava leggermente.

Dormiva, lui! Non aveva presentito niente, non aveva indovinato niente! Un uomo che aveva conosciuto la loro madre gli lasciava tutto il suo patrimonio ed egli prendeva il denaro, trovando la cosa giusta e normale.

Dormiva, ricco e soddisfatto, senza sapere che suo fratello ansimava di dolore e d’angoscia. E sentì montare dentro di sé una gran rabbia, contro quel russare spensierato e contento.

Il giorno prima, Pierre avrebbe bussato alla sua porta, sarebbe entrato e, sedutosi accanto al letto, gli avrebbe detto, nello smarrimento del risveglio improvviso: «Jean, tu non devi accettare questa eredità che potrebbe domani far nascere sospetti sul conto di nostra madre e disonorarla.»

Ma oggi non poteva più parlare, non poteva dire a Jean che non lo credeva figlio del loro padre. Bisognava, ora, serbare, seppellire in se stesso quella vergogna che aveva scoperta, nascondere a tutti la macchia che lui aveva visto ma che nessuno doveva vedere, neppure suo fratello, in particolar modo suo fratello.

Non pensava più, ora, alle chiacchiere vane della gente. Avrebbe voluto che tutti accusassero sua madre, pur di saperla innocente lui, solo lui! Come avrebbe potuto sopportare di vivere accanto a lei, ogni giorno, e credere, guardandola, che avesse concepito suo fratello per l’abbraccio di un estraneo?

Eppure, com’era calma e serena; come sembrava sicura di se stessa! Era possibile che una donna come lei, pura e onesta, potesse cedere, presa dalla passione, senza che, più tardi, nulla apparisse dei suoi rimorsi, dei ricordi, dei suoi turbamenti?

Ah, i rimorsi! i rimorsi! Forse, in passato, nei primi tempi, essi l’avevano torturata; ma poi erano svaniti come tutto svanisce. Sicuramente aveva pianto la sua colpa e, a poco a poco, l’aveva quasi dimenticata. Tutte le donne, non posseggono, forse, quella prodigiosa facoltà di dimenticare, che fa loro riconoscere appena, passato qualche anno, l’uomo al quale hanno dato la bocca e tutto il loro corpo da baciare? Il bacio colpisce come il fulmine, l’amore passa come un uragano; poi la vita, di nuovo, si calma come il cielo e ricomincia come prima. Ci ricordiamo, forse, di una nuvola?

Pierre non poteva più rimanere nella sua camera.



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